Recidiva dopo il trattamento ospedaliero per uso di sostanze
Astratto
Mira
L'obiettivo principale era quello di indagare i ruoli relativi del disagio mentale e della motivazione intrinseca per la ricaduta dopo il trattamento ospedaliero del disturbo da uso di sostanze (SUD), aggiustando per i dati demografici e le variabili di trattamento.
Metodi
Lo studio si basa su uno studio prospettico multicentrico con un campione lordo di base di 607 pazienti con SUD (tasso di risposta = 84%) ricoverati in uno dei cinque centri di trattamento SUD specializzati in Norvegia. Il campione analitico era costituito da pazienti con consumo di droghe illecite (n = 374) che hanno preso parte a un colloquio di follow-up tre mesi dopo la dimissione dal trattamento stazionario (n = 249) (tasso di ritenzione = 67%). I dati sono stati raccolti utilizzando informazioni provenienti da cartelle cliniche elettroniche, un questionario di autovalutazione all'ingresso del trattamento e un'intervista di follow-up.
Risultati
La recidiva si è verificata nel 37% del campione entro tre mesi di follow-up. I risultati dell'analisi multivariata hanno mostrato che l'età più giovane e l'avere una diagnosi psichiatrica erano associati a un elevato rischio di recidiva. I pazienti che hanno ricevuto il trattamento in una clinica a breve termine (2-4 mesi), rispetto a una clinica a lungo termine (>6 mesi) erano anche a maggior rischio di recidiva, indipendentemente dalla durata della loro degenza. La riduzione del rischio di recidiva è stata prevista dopo aver completato la degenza di trattamento ospedaliero.
Conclusione
L'identificazione delle esigenze terapeutiche dei pazienti giovani e dei pazienti con diagnosi psichiatriche concomitanti durante e dopo il trattamento ospedaliero con SUD può contribuire a ridurre i tassi di recidiva post-trattamento. Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire i fattori correlati al trattamento che contribuiscono a ridurre il rischio di recidiva dopo il trattamento ospedaliero con SUD.